Carpina ha proprio ragione: hanno tagliato un albero nel nostro giardino, un gran bell'albero.
Il giardino adesso è spento, grigio, cupo e noi vaghiamo increduli al suo interno e continuamo a chiederci se quello che stiamo vivendo sia un sogno. Tra poco ci sveglieremo e tireremo un sospiro di sollievo. Ma così non è, l'albero non c'è più.
Non ci sono parole per descrivere il dolore che quel vuoto ha creato.
Non ci sono parole che descrivano la sofferenza che ha provato quell'albero nell' essere sradicato da questa terra.
Ed è questo che mi rattrista maggiormente.
L'unica consolazione e sapere che adesso zio Nicola è con la sua mamma, il suo papà e le sue adorate sorelle che aveva sempre nel cuore.
Dopo l'intervento lo chiamai e lui era contento perchè tutto era andato bene. In quell'occasione mi raccontò alcune vecchie storie. Quella che mi colpì maggiormente fu la storia della "racanedde", ossia un grande telo in juta che qui al sud si usa stendere sotto gli ulivi e i mandorli durante la raccolta. Lui aveva perso la sua e chiese quasi scherzando a sua madre, mia nonna, di cucirgliene un'altra. Quell'adorabile e amorevole mamma non se lo fece ripetere due volte e dopo qualche tempo gli presentò il telo: mio zio rimase quasi scioccato, non credeva ai suoi occhi giacchè cucire tra di loro pesanti sacchi di juta è molto faticoso, soprattutto per una persona anziana. Quel telo ora aveva assunto un altro valore e perciò mio zio si presentò con un pennarello indelebile a mia nonna e le chiese di scrivergli su due parole.
L'altra mattina, quando l'ho visto, ho riconosciuto subito la calligrafia sul lembo di tela che gli avevano adagiato sulle gambe: "NICOLA, QUESTA E' LA MIA EREDITA'. IN QUESTO SACCO C'E' TUTTO IL MIO AMORE PER TE"
Ciao zio Nick
donatella,bellissime le tue parole.....sul telo c'era scritto questo, "nicola ti lascio questa eredità in questo sacco c'è tutto il mio amore per te!
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